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Itinerario ad anello da percorrere a piedi nel cuore medievale di Bologna.
Tempo di percorrenza di circa 2 ore.
Le torri sono l’elemento architettonico che, insieme ai portici, contraddistingue la città di Bologna. Rappresentano l’anima della città e proprio le Due Torri , Asinelli e Garisenda, sono l’immagine principale che rappresenta Bologna nel mondo, tanto che le recenti scelte architettoniche che hanno dato vita al nuovo quartiere fieristico ( le torri di Kenzo Tange) , si sono esplicitamente richiamate ai loro profili verticali già radicati e presenti nell’antico tessuto urbano.
Delle oltre cento torri costruite fra il XII ed il XIII secolo, ne rimangono poco più di venti. Le nobili famiglie bolognesi medievali costruivano le torri presso le loro case e le usavano come strutture di difesa e di affermazione politico-economica. Le torri erano collegate alle abitazioni e venivano usate solo in tempo di lotte come rifugi, mai come abitazione. Alla porta, che si apre a diversi metri da terra, si accedeva con scale o passerelle esterne, rimovibili in caso di attacco. In molti casi a farne ridimensionare l’altezza furono terremoti, incendi e crolli improvvisi dalle tragiche conseguenze. Per la gran parte col tempo furono distrutte, trasformate o inglobate in altri edifici.
Partendo dall'angolo tra Via D'Azeglio e Piazza Maggiore proseguite per Via IV Novembre fino a Piazza Galileo, qui si incontra la Torre degli Agresti della fine del XIII secolo. A causa di un grande incendio nel 1641 fu ricostruita di minore altezza per garantirle una maggiore stabilità. Poco distante potete osservare la Torre dei Lapi di proprietà del Comune e inglobata nelle mura di Palazzo D’Accursio. Da Piazza Galileo girate in Via Battibecco per giungere in Via dei Fusari e di qui, svoltando a destra arrivate in Piazza dei Celestini, attraversate Via D’Azeglio ed entrate in Corte Galluzzi dove potete ammirare la Torre che prende il nome dalla famiglia Galluzzi. Costruita nel 1257 era in origine più alta rispetto agli attuali 30 metri. Questa torre è del tipo detto “consortile” con funzione di difesa e affermazione della cosiddetta “consorteria”, cioè gruppi di ricche famiglie legate da un rapporto di parentela che costituivano dei veri e propri borghi fortificati dominati dalla torre. I muri sono di grosso spessore, anche oltre i 3 metri e la notevole altezza serviva a controllare le case circostanti. Uscite da Da Corte Galluzzi attraversando Piazza Galvani, percorrete a sinistra Via Dell’Archiginnasio fino a Via Clavature, imboccatela e proseguite fino a Via Marchesana. Qui si trova la Torre dei Carrari con i suoi 22 metri di altezza. La torre è diventata una residenza privata. Tornate su Via Clavature e girate a destra proseguendo fino a Via Castiglione, attraversatela e proseguite per la stretta Via Sampieri. Sbucate in Via Santo Stefano, girate a sinistra e raggiungete la Torre degli Alberici nella cui base venne ricavata la più antica bottega di cui si abbia traccia in città. Proseguite fino alla Piazza della Mercanzia e poi a destra fino a piazza di Porta Ravegnana dove potete ammirare le “Due Torri”, simbolo della Bologna medievale. L'Asinelli e la Garisenda sono collocate strategicamente nel punto di ingresso in città dell’antica Via Emilia e proprio da qui partono a raggiera le più antiche strade della città. L’attuale isolamento in cui ci appaiono oggi, non corrisponde all’originaria sistemazione, in origine infatti erano circondate da molte altre torri che erano dotate di costruzioni lignee e passaggi sospesi di collegamento. Il nome di Asinelli e Garisenda derivano dalle famiglie a cui se ne attribuisce la costruzione fra il 1109 ed il 1119. La Torre degli Asinelli si eleva per 97 metri e per raggiungere la sua cima si devono salire 498 gradini. Ebbe sempre funzione di difesa ma fu anche utilizzata come prigione. Nel corso dei secoli la torre ha resistito a terremoti ed incendi, ha subito numerosi restauri ed è sottoposta ad un controllo annuale. La Garisenda , alta 47 metri, venne abbassata di circa 20 metri nel 1300 a causa di un cedimento del terreno. E’ricordata da Dante Alighieri in una famosa similitudine del canto XXXI dell’Inferno.
Da Piazza di Porta Ravegnana prendete via dei Giudei che vi immette nella zona conosciuta come “Ghetto Ebraico”, girate in Via Dei Giudei fino a Vicolo San Giobbe e voltate in Vicolo Mandria. Qui incontrate la Torre degli Uguzzoni costruita nel XIII secolo. A differenza delle torri costruite tra l’XI e XII secolo, quella degli Uguzzoni presenta un’elegante porta a sesto acuto a livello del suolo. Continuando fino a Via Oberdan, voltate a destra, subito dopo a sinistra in Via San Nicolò, poi a destra in Via degli Albari e ancora a sinistra in Via Albiroli dove vedrete la Torre dei Guidozagni. Dpo il crollo avvenuto nel 1478, divenne una casa-torre. Le case torri si differenziavano dalle torri consortili per l’altezza non eccessiva e per il modesto spessore dei muri perimetrali, inoltre hanno la base rettangolare e non quadrata come le torri consortili e l’ingresso a livello della strada. Girate ora a destra su Via Sant’Alò e vi trovate nella Piazzetta Prendiparte davanti alla omonima Torre Prendiparte nota come la Coronata a causa della caratteristica resega a 4 cuspidi per lato che assomiglia ad una corona. Con i suoi quasi 60 metri è la seconda torre di Bologna per altezza. Lo spessore dei suoi muri alla base è di 2,80 metri e si riduce progressivamente fino a 1,35 metri alla sommità. Come tutte le torri medievali bolognesi si tratta di una muratura a sacco: due cortine di laterizio racchiudono un conglomerato di ciottoli di fiume cementati da calce bianca. E’ presumibile che la torre fosse progettata per essere più alta. La torre venne adibita nel XVIII secolo a prigione ecclesiastica e nei primi decenni del secolo scorso divenne abitazione privata. Oggi ospita un raffinato Bed & Breakfast.
Da via Sant’Alò arrivate fina Via Altabella dove trovate la Torre degli Azzoguidi, detta "Altabella". La torre è alta 55 metri e inizialmente era più alta. Nella sua base a blocchi di selenite è stato ricavato un negozio. Da qui è possibile vedere la Torre Campanaria della Cattedrale di San Pietro, innalzata attorno ad una preesistente torre cilindrica di età bizantina. Da Via Altabella proseguite verso Via Dell'Indipendenza, voltate a sinistra e arrivate in Piazza del Nettuno. All'altezza della fontana girate a sinistra e passando sotto il voltone del Podestà arrivate fino a Piazza Re Enzo. Potete vedere la Torre dei Lambertini incastonata in Palazzo Re Enzo. Anch'essa prende il nome della famiglia che la costruì nel XII secolo. La torre, che in seguito divenne proprietà del Comune, è anche detta Torre delle donne perché utilizzata come carcere femminile. Uscite sulla Piazza Maggiore dove vedete la Torre dell’Arengo o del Podestà. Alta 47 metri pare appoggiare alle arcate del voltone del palazzo del Podestà. A metà del ‘400 fu realizzata la cella per ospitare l’enorme campana che venne collocata sulla sommità della torre con un ingegnoso sistema di argani. Voltandovi verso il Palazzo D'Accursio potete ammirare l’ultima torre di questo itinerario: la Torre dell’Orologio. Costruita all’inizio del XIII secolo, si trova all’angolo fra Piazza Maggiore e Via IV Novembre. Accursio, che ne era il proprietario, arrivato da Firenze a studiar legge a Bologna e divenuto illustre giurista volle costruirsi la sua casa, una costruzione molto grande in cui teneva anche una scuola, con il portico verso la piazza e una torre in angolo.
La torre venne inglobata dalla residenza di Accursio, che, a sua volta, poco dopo la sua morte, venne acquistata dal nuovo Comune, in fase di espansione. Con la vendita della casa, degli Accursi sulla scena rimarrà solo il nome dato al futuro municipio di Bologna.
Ciò che ancor’oggi salta agli occhi è l’enorme orologio meccanico, posto sulla facciata della Torre nel 1444. Alla meridiana posta sulla torre dell’Arengo restava il compito di segnare le ore diurne e soprattutto il mezzogiorno, rispetto a cui venivano tarati tutti gli altri orologi, mentre dal 1451 il nuovo meccanismo inizia a scandire anche la notte. Per alloggiare il nuovo orologio la vecchia torre viene un po’ alzata e completata con una torricella di modeste dimensioni e consistenza.
Dopo il pesante intervento di restauro di tutto il palazzo, eseguito fra il 1885 e il 1887 da Raffaele Faccioli, dalla torre venne rimosso il parapetto rinascimentale a pilastrini, sostituito con la fascia di mattoni considerata più adatta al nuovo aspetto complessivo del palazzo, di ritrovato stile medievale. Infatti il porticato ora visibile sotto palazzo d’Accursio è relativamente recente.Nel XV secolo fu sopraelevata e vi fu collocato l’orologio pubblico.
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